Giugno 2010
Intervista a Massimo Mezzaroma Presidente del Siena Calcio e di MRoma Volley
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MASSIMO MEZZAROMA
Presidente del Siena Calcio e di MRoma Volley
“In Italia si ragiona ancora troppo in base al calcolo “costo-contatto”. Per gli sport minori in provincia l'utente non è il tifoso ma il praticante. Quindi l'obiettivo diventa quello di accrescerne il numero sul territorio e noi lo facciamo attraverso le scuole”
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C’è una nuova generazione di presidenti dei club professionistici italiani (di calcio, di basket e di volley), che poco alla volta sta subentrando alla precedente con una nuova consapevolezza sulla necessità di adottare un modello di governance basato sull’equilibrio finanziario. Tra questi si nota la presenza del giovane Massimo Mezzaroma, impegnato da qualche anno a sostenere il rientro nel grande volley della città di Roma e, solo da quest’anno, nel dare un nuovo progetto al Siena calcio. Lo incontriamo nella sede romana da dove guida le aziende del gruppo di famiglia. |
Sponsornet: Imprenditori di sola seconda generazione, cosa caratterizza la vostra società nel settore delle costruzioni?
Massimo Mezzaroma: Di sicuro il nostro approccio aziendale alla casa è l'approccio tipico che oggi bisogna avere per qualsiasi prodotto, aspetto spesso trascurato nel settore delle costruzioni. Noi ci distinguiamo per questo.
Sponsornet: Con lei è nata anche la decisione di entrare nel mondo dello sport?
Massimo Mezzaroma: In realtà l'attrazione verso lo sport ha sempre caratterizzato la nostra tradizione familiare. E' stato un grande rammarico di mio padre non aver potuto dedicarsi anche allo sport che negli anni '50 era prerogativa dei ricchi. Una larga fetta della società non aveva accesso alla crescita umana che ti garantisce lo sport. E poi ho sempre pensato che per essere un grande imprenditore in Italia oggi bisogna saper essere un grande agonista. Altrimenti non si riesce a sopravvivere all'invidia e alle leggi del sistema Italia che scoraggiano tanti.
Sponsornet: Prima della pallavolo quali discipline avete affiancato?
Massimo Mezzaroma: Abbiamo portato il pugilato Roma, con la soddisfazione di vedere i ragazzi della periferia diventare campioni italiani ed europei oltre che creare aggregazione attorno ad uno sport duro, povero, ma che ha un enorme peso sociale. Fino a 40 anni fa lo sport nazionale come ben sappiamo, non era il calcio ma il ciclismo, assieme al pugilato, un'altra disciplina che affascinava mio padre. E così il mio è stato un atto d'amore perché per lui rappresentava la rivincita di tante persone che così riuscivano a trovare il loro posto al sole.
Sponsornet: E la pallavolo quando è arrivata?
Massimo Mezzaroma: Risale al periodo “veltroniano” di Roma, che ha visto il fiorire di tante iniziative sportive di un certo livello, la decisione di puntare alla pallavolo, che è il secondo sport per praticanti dopo il calcio nel Lazio, ed è molto radicato sul territorio. Quando ho cominciato il percorso che mi ha portato a strutturare la società di pallavolo, a creare il settore giovanile, i rapporti con le società del territorio, e la prima squadra, l'approccio della città allo sport della pallavolo era ancora pigro, immaturo, in contrasto con le mie ambizioni. Così, da due anni, ho dovuto ridimensionare il mio progetto, che poi ci ha portato a vincere quest’anno Coppa Italia e Campionato A2. Grazie ad un accordo con la Luiss, diamo l'opportunità ad alcuni atleti di coniugare l'attività agonistica con il percorso universitario. Già due ragazzi sono al secondo anno con ottimi risultati. Mi rammarica che esperienze positive come queste non trovino abbastanza risonanza. Le buone idee ci mettono più tempo ma alla fine si diffondono. Questo modello ci ha portato alle finali di quasi tute le categorie giovanili, a vincere uno scudetto, a ristrutturare un impianto a piazza Mancini sempre in accordo con la Luiss.
Sponsornet: Come definirebbe il suo modello di gestione del club?
Massimo Mezzaroma: Un modello “misto” come quello dell'azienda, fatto sia di sangue anglosassone che romano, basato sulla capacità di delegare le responsabilità, su una struttura snella con la presidenza, la vicepresidenza, l'addetto stampa, il responsabile marketing, un direttore generale che si occupa anche di quella sportiva, e quella di programmazione e contabilità strutturata in base a canoni di efficienza per i controlli degli scostamenti e la programmazione dei piani di comunicazione. Che prevedono sempre il coinvolgimento dell'allenatore e dei giocatori nella parte promozionale. Perché è fondamentale per l'appetibilità dello sport far vivere ai ragazzi i loro campioni.
Sponsornet: A quanto ammonta il fabbisogno economico per partecipare al campionato di A2? E a quello di A1?
Massimo Mezzaroma: In una città come Roma il campionato di A2 costa almeno il 25 % in più rispetto alla provincia a causa dei costi di palazzetto, delle abitazioni, etc. e quindi circa 1,5 milione di euro. Per l'A1 si va dai 2,5 milioni fino ai 4-5. Su questi budget il 60% viene destinato agli stipendi.
Sponsornet: E allora sarebbe opportuno, anche per dar vita a strutture più adeguate, passare al professionismo?
Massimo Mezzaroma: Il volley non essendo professionistico comporta un 30% di risparmio rispetto ai contributi. Il salto nel professionismo sarebbe auspicabile solo se le voci di ricavo diventassero tipiche da società professionistica. Oggi nelle società di pallavolo queste ultime sono rappresentate per l'80% da sponsorizzazioni in house, cioè del proprietario, che io definisco finti ricavi, che non provengono dal mercato. I diritti tv dovrebbero rappresentare la percentuale predominante come nel calcio.
Sponsornet: Come valuta l'attuale sistema delle sponsorizzazioni sportive?
Massimo Mezzaroma: Il calcio fagocita l'80% del mercato delle sponsorizzazioni sportive, il restante 10% attira gli eventi come gli internazionali di tennis e i mondiali di nuoto, e il restante 10% è a disposizione di tutti gli altri sport tra i quali c'è la pallacanestro, per cui è difficile ritagliarsi grandi spazi.
Sponsornet: In Italia si
continuano a prediligere mezzi di comunicazione come la tv e le
affissioni anziché internet ad esempio, anche per semplificare la
valutazione dei ritorni d'immagine e visibilità.
Massimo Mezzaroma: Non c'è ancora una cultura di
comunicazione matura perché si preferisce investire nella pubblicità
televisiva anziché puntare alle scuole della città: un'azienda che aiuta
le famiglie a far crescere i propri figli è un investimento che nel
tempo garantisce molti più ritorni. Ma in Italia si ragiona ancora
troppo in base al calcolo “costo-contatto”. Per gli sport minori in
provincia l'utente non è il tifoso ma il praticante. Quindi l'obiettivo
diventa quello di accrescerne il numero sul territorio e noi lo
facciamo attraverso le scuole. La pallavolo è lo sport più praticato ma
purtroppo la percentuale di ragazzi che continuano a praticarlo nel
corso degli anni è bassissima. Soprattutto perché mancano gli spazi
adatti. Nel nostro piccolo ci stiamo attivando per questo, anche aiutati
dalla Federazione.
Sponsornet: La collaborazione
con la Lega e tra le stesse società gioverebbe al movimento.
Massimo Mezzaroma: Tempo fa auspicai la creazione di
una sorta di “confindustria della pallavolo”, convinto che fosse
l'unico modello esemplare di gruppo di imprenditori al quale rubare il
know how e la struttura, ma è stata ritenuta un'ipotesi improponibile.
Perché ognuno ha le proprie peculiarità, esigenze, interessi…
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Sponsornet: Eppure se ci fosse
una vera coalizione tra gli imprenditori impegnati nella pallavolo sia
in A1 che in A2 grandi cose si potrebbero fare per l'impiantistica, per
la presenza sui media, etc.
Massimo Mezzaroma: La percezione che si ha di alcuni
sport da noi è ancora “patronale”. Perché un presidente investe in un
club? In almeno l'80% dei casi lo fa per ego. Si possono mettere insieme
gli ego di tutti? No, è una contraddizione in termini!
Sponsornet: Nonostante basket e volley per numero di
spettatori seguano a ruota il calcio, i media continuano a destinare una
percentuale irrisoria di attenzione a questi due sport.
Massimo Mezzaroma: Il problema come sempre è di tipo
economico: anche se 20 milioni di italiani seguissero gli sport minori
comunque non produrrebbero abbastanza fatturato, perché gli atleti non
riescono ancora a trascinare gli sponsor, gli appassionati spendono poco
in merchandising, etc. Il calcio è diventato un'attività di
intrattenimento, non più uno sport nella sua più originaria accezione
del termine. Ed oggi si trova in una sorta di limbo: non è più lo sport
che era in passato ma non è ancora immerso totalmente nello show
business puro.

Sponsornet: Prima di approdare al Siena Calcio ha già avuto esperienza nel mondo del pallone.
Massimo Mezzaroma: E' stato nel 1993 che quando mio padre acquistò con Franco Sensi la Roma io fui nominato responsabile del settore giovanile, così per un anno ebbi modo di sperimentare il calcio, ma era davvero tanto, troppo tempo fa, le differenze rispetto ad oggi erano enormi nei numeri, nel peso dei diritti tv, e le società non erano Spa quotate con fini di lucro.
Sponsornet: Aveva più aspetti in comune alla pallavolo di oggi.
Massimo Mezzaroma: Nel calcio il budget è diverso, è composto dai ricavi, dei quali il 60% deve andare ai costi relativi agli stipendi dei giocatori, 20% alla struttura e al management, ed anche alle strutture tecniche e al settore giovanile e l'altro 20% destinato al calcio mercato, allo stadio, etc. Questo dovrebbe essere l'equilibrio ideale per una squadra di calcio dei serie A.
Sponsornet: E in serie B queste percentuali cambiano?
Massimo Mezzaroma: Sì, per il Siena la retrocessione comporterà una decurtazione del 50% dei contributi per i diritti televisivi per il primo anno, dal secondo anno la decurtazione è quadruplicata. Lo squilibrio vero sta nei rapporti contrattuali con i calciatori, perché per chi vuole andarsene è quasi impossibile trattenerlo, come è successo con Pandev. Dall'altra parte però una società ha l'obbligo di onorare il contratto. E per questo succede che le società di calcio si fanno fallire. Perché tanto noi italiani dinnanzi alla rigidità del sistema la possibilità di renderlo flessibile ce la inventiamo. Pensiamo: “Se non è consentito abbattere i costi per garantire la sopravvivenza della continuità aziendale, allora fallisco”. Quando ho sposato il “progetto Siena” avevo valutato l'ipotesi della retrocessione, ne ero preparato. La costruzione della mia squadra comincia adesso. Questi mesi mi sono serviti per conoscere meglio il mondo del calcio, e questa bellissima città. La situazione che ho ereditato sotto alcuni punti di vista non è rosea: ci sono più di 60 giocatori in società e mi sono posto l'obiettivo di sistemare i conti entro 5 anni.
Sponsornet: Quindi il suo modello di governance per il calcio è diverso?
Massimo Mezzaroma: Sì è molto diverso, anche se la filosofia di fondo è la stessa. Cioè quella di trovare pochi soggetti fidati per lo svolgimento dell'attività tipica della società sportiva, con i quali creare un importante rapporto per delegare le responsabilità e ricevere feedback quotidiani.
Sponsornet: Puntate sul settore giovanile?
Massimo Mezzaroma: Il settore giovanile è attualmente ottimo, ed è una delle prerogative del Siena Calcio, una voce fondamentale per il budget, che copre tutte le funzioni, crea plusvalenze future, e crea tessuto sul territorio comportando un ritorno reputazionale importante soprattutto qualora si riesca a portare qualche giovane al professionismo.
Sponsornet: Avrà un occhio di riguardo per i giovani romani da portare a Siena?
Massimo Mezzaroma: Si, perché le statistiche confermano che più del 60% dei giocatori professionisti provengono da Campania, Sicilia e Lazio Per cui è un passaggio obbligato.
Sponsornet: Venendo alla questione sugli stadi, in Italia da un lato si parla del modello all'inglese, cioè è lo stesso stadio a contenere attività complementari a quella sportiva, dall'altro si crede nella divisione tra la struttura sportiva e le aree intorno ad essa tutte edificabili per poter con queste recuperare l'investimento. Per Siena quale modello crede migliore?
Massimo Mezzaroma: Credo che una struttura integrata, come c'è a Reggio Emilia, per Siena sia complicata da realizzare perché morfologicamente il territorio non lo consente. Ma io credo che la vera sfida sia quella di progettare un impianto funzionale ma anche esteticamente piacevole. Il legislatore non può dare un indirizzo perché è il mercato che comanda. Il legislatore dovrà limitarsi a imporre un tetto, affinché non diventi speculazione. Bisogna superare quello steccato culturale di chi crede che è il legislatore a governare il mercato: al massimo lo si rincorre, si riparano le sue inefficienze. Bisogna innanzitutto chiedersi cosa manca alla città, se uno stadio, un impianto polifunzionale o un palazzetto, dopo lo si progetta, ottimizzandone i costi, cercando di mediare tra estetica, funzionalità ed economicità, dove le fonti di ricavo dovranno supportare anche l'attività tradizionali cioè il 20% dei costi fissi di una società di calcio.
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chi è
Massimo Mezzaroma, nato a Roma nel 1972. Dal 1996 è Amministratore Delegato della Impreme S.p.a., oggi Impreme S.p.a, holding del Gruppo Pietro Mezzaroma e Figli. Nel 1994 ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia a Houston (Texas), dopo essere stato da aprile a novembre del 1993 Consigliere di Amministrazione e Responsabile del settore giovanile della A.S. Roma Calcio. Dal 2006 è presidente della M. Roma Volley, che nel corso della stagione 2007-2008, gli ha regalato la Coppa Cev. Negli anni passati, il Coni gli ha assegnato la “Stella d’Oro al Merito”, riconoscimento attribuito a chi si distingue nelle attività sportive a livello internazionale.
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azienda
Il gruppo Pietro Mezzaroma & Figli, azienda leader del mercato immobiliare romano, è costituito da un team di professionisti dinamico, in continua evoluzione, impegnato nel raggiungimento dei più elevati standard qualitativi e nell'impiego di nuove tecnologie. Ogni settore svolge con attenzione, determinazione e lungimiranza le attività di ricerca e sviluppo, come nel contenimento energetico. Sostenibilità, tecnologia e qualità: sono i principi di un’azienda che è riuscita nella creazione di spazi abitativi dove l’eleganza e la cura per i dettagli convivono con la massima funzionalità. |
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